Ecofondamentalista. Riflessioni di un neo-contadino
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NOTE DI GLOSSARIO

CONDIZIONE
Mentre per "dimensione" intendo qualcosa di soprattutto esistenziale, che appartiene all'esperienza, al vissuto, qualcosa che attiene più all'aspetto dinamico, in divenire, che rimanda all'atteggiamento di fondo ai vari livelli soggettivi con cui ci si dispone ad una situazione, qualcosa che volutamente non mette a fuoco una situazione in modo definito, con "condizione" intendo qualcosa di abbastanza simile ma inteso in senso più statico e permanente o almeno fotografato in un dato momento/assetto/situazione, e più definito, oltre che più legato alla dimensione materiale ed oggettiva, meno volatile, anche quando mi riferisco a stati o fenomeni interiori quali, in questo caso, atteggiamenti psicocaratteriali che abbiano un qualche radicamento e che determinino l'approccio di un soggetto. Mentre la dimensione è qualcosa di poco definito in cui ci si proietta e che si svolge in un divenire visto soprattutto al livello dell'energia e del vissuto soggettivo, la condizione è in modo più dato, la condizione di base nella quale ci si trova o dalla quale si parte e che si percepisce in una forma più oggettiva e più legata al piano della materia e della visione oggettivizzata della propria condizione soggettiva.

DIMENSIONE:
Con "dimensione" intendo quell'insieme di condizioni sia pratiche che psicologico-esperienziali in cui ci troviamo (o in cui si trova il soggetto del discorso) nello svolgersi delle funzioni caratteristiche che sono il vivere di un dato genere di fenomeni intesi sia in senso interno che esterno a noi (o al soggetto medesimo).

FUNZIONE:
Cerco di descrivere le cose in termini di funzione piuttosto che di oggetti o elementi sostanziali. La funzione è qualcosa di un po' diverso dal funzionamento: quest'ultimo è il funzionamento di qualche cosa, c'è qualcosa, o più cose, e c'è il suo/loro funzionamento, mentre parlando di funzione cerco di esprimere il fatto che ciò che c'è è la funzione, e parte - o un aspetto, un elemento - di essa è la, o sono le, cose che agiscono. Gli elementi del sistema dinamico non sono veramente oggetti in movimento, ma sono il movimento stesso in una delle sue forme. Che si tratti di forme che hanno una loro singolarità, che sono definite, non è in contraddizione, ma al contrario fa parte del fatto che non dico semplicemente "movimento" ma dico "funzione". Non si tratta di un movimento casuale e neppure indifferenziato: si muove in un certo modo articolandosi in certe relazioni tra le diverse forme interne che prende, ovvero gli elementi di cui è composto, se vogliamo vederlo dal punto di vista di questi ultimi. Non è un punto di vista meno reale, solo che si possono vedere le cose a cerchi concentrici ovvero a diversi livelli di realtà e vedere le cose in termini di funzioni ( su questo vedi anche Reich ) permette di coglierne la dimensione di sistema complessivo, andare oltre una visione egocentrica o individuocentrica, oltre la visione dualistica basata sugli opposti e tenerne costantemente presente la natura perennemente dinamica.

NATURA/natura:
Quando scrivo natura con la minuscola intendo in genere la natura particolare di una certa cosa ( per es. è nella natura della mucca pascolare e mangiare l'erba) mentre con Natura con la maiuscola intendo l'insieme secondo i casi planetario o cosmico delle forme di vita. Non sono in realtà due cose diverse, ma sono considerate a due livelli (o su due scale) diverse.
Nel parlare della Natura intendo sì la Natura come la vediamo, con le piante, le montagne, i mari, gli animali e noi stessi umani ecc… ed ogni altra cosa (idee e pensieri e cultura compresi in quanto attività vitale, non riguardo all'oggetto di tali immaginazioni), ma soprattutto nel senso della forma e la situazione interrelata tra le forme che il momento presente prende di momento in momento. E' pur sempre una cosa presente e viva: non c'è un qualcosa che possiamo dire la Natura. In altre parole possiamo dire che è la Realtà/Movimento nelle sue forme/caratteristiche come si produce di momento in momento viva e concreta così com'è qui ed ora ed ovunque.
E' movimento, ma non c'è qualcosa che si muove.

POTENZA ORGASTICA:
Termine coniato da Wilhelm Reich. Indica la capacità di abbandonarsi senza inibizione ai flussi spontanei dell'energia biologica nel vissuto dell'orgasmo e così di scaricare completamente l'eccitazione all'acme dell'atto sessuale. Riguarda la capacità di abbandono, non la potenza sessuale nel senso dell'erezione o della durata: perché ci sia la prima ci devono essere le seconde, ma queste ultime possono esserci, in condizioni nevrotiche, anche in assenza della prima.

PSICOESPERIENZIALE:
Il piano dell'esperienza che include una componente psicologica, che contiene un aspetto psicosomatico, è più automatica, inconscia e legata ad esperienze passate ed è incentrata sull'ego, ed una esperienziale, più inerente al momento presente nel quale non è definibile ( solo a posteriori, ma allora è un'altra cosa ), non sganciata né dal corpo, né dall'ego, né dalle proprie abituali reazioni caratteriali, ma anche al di là di questo ed in parte al di là della dicotomia soggetto/oggetto. I due aspetti sono espressi in una sola parola in quanto funzionano come parti di un unico fenomeno in un essere vivente di cui sono componenti.

PRIMARIO:
Primario è ciò che appartiene ad un essere vivente (per es. umano) o è presente nella Natura stessa in principio, in origine, ciò che gli è proprio già prima dello svolgimento della sua vita e che in principio e funzionalmente ricorre come caratteristica costante (funzionale, non necessariamente evidente) alla base di qualsiasi forma particolare esso/a prenda nel corso delle varie trasformazioni della sua vita. Nel caso di un essere vivente umano è ciò che gli sarebbe stato proprio anche senza il condizionamento culturale (ad esempio non è primario il linguaggio, ma la capacità di apprenderlo ed usarlo si) e che lo è spontaneamente a monte di tutti i costrutti psico-caratteriali che si sono aggiunti e stratificati in relazione alle esperienze di ogni genere (comprese difficoltà ed ostacoli) incontrate nella vita, è l'essenza della spinta originaria e della direzione in cui si va (anche inconsciamente) in tutte le attività della vita, anche se in forme devianti e apparentemente contrarie.
E' nella natura di tutte le cose non vivere solo di spinte primarie: la pluralità degli esseri e la molteplicità mutevole delle condizioni fanno sì che essi si sviluppino e si articolino in molte forme in vario modo secondarie ecc…, ma fra queste ce ne sono di più o meno in linea o in armonia con quelle primarie e di più o meno devianti. In questa differenza è parte il fatto che tutti gli esseri sono interrelati per cui il fatto che un comportamento sia o meno deviante non dipende solo da criteri relativi all'individuo e alla sua natura caratteristica, ma anche alle conseguenze che ciò comporta rispetto al suo ruolo nel contesto dell'insieme di tutti gli esseri viventi e della Natura stessa.
Un comportamento che nasce da e risulta in qualcosa di non sano per l'individuo non è né primario né in linea con ciò che lo è (la propria natura), ma anche a parte questo, un comportamento distruttivo senza autentica necessità rispetto all'ambiente e ai viventi circostanti, non può essere né primario né in linea con questo. Ed infatti ciò in Natura - rispetto alla quale l'attuale civiltà industriale è deviante - normalmente non avviene (fatte le debite proporzioni di scala - la Terra con un terremoto uccide migliaia di persone, e molte di più se vivono innaturalmente ammassate in grandi città, ma sulla scala dei mutamenti della Terra questo è fisiologico; un uomo schiaccia camminando varie decine di formiche e ciò è naturale, tutt'altro se cerca di sterminarle su un intero territorio).

VIVERE:
Essendo la natura di tutte le cose senza eccezione dinamica, ovvero impermanente, mutevole e con ciò non singola, non dotata in ultima analisi di esistenza separata, indefinibile, non descrivibile, né esperibile, né esistente solo come idea o concetto o immagine né mai del tutto neutra, essendo la natura di ogni cosa non estranea al mondo/dimensione/esperienza vivente in cui vive la nostra vita, essendo inoltre un errore superare l'idea di sostanzialità delle cose considerandole come "funzioni" per poi sostanzializzare la funzione attribuendogli concettualmente un'esistenza in termini fissi e oggettivi, io non dico che le cose sono, o che la realtà/Realtà è: la realtà vive. Quando voglio esser preciso riguardo alla vera realtà delle cose elimino il verbo essere ed uso vivere.

ZAZEN:
La meditazione seduta secondo la tradizione Zen del Buddhismo giapponese (mi riferisco normalmente alla scuola Soto).
Si sta seduti a gambe incrociate con la schiena dritta mantenendosi immobili in una postura precisa. L'attenzione è mantenuta sul corpo nella sua postura, sulla respirazione e si rimane presenti allo scorrere di pensieri e stati d'animo senza seguirli né rifiutarli.
E' una pratica tanto fisica quanto spirituale.
E' fondamentalmente l'esercizio della presenza della consapevolezza nel momento presente così com'è.
E' la pratica della nostra autentica condizione normale e si pratica senza uno scopo.

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